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Arzignano (Vicenza)

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Il Marmo

 

Home Ritorna Marmo o Granito Tipi di Lavorazione Il Marmo Il Granito Marmo di carrara. Estrazione Classificazione

 

Questi articoli sono tratti da www.wikipedia.it

 

Cos'e' il marmo

Il marmo una roccia metamorfica composta prevalentemente di carbonato di calcio.  

impiegato sin dall'antichit come materiale per la scultura e per l'architettura. In questo senso il termine viene utilizzato per indicare anche altre pietre "lucidabili", ossia le cui superfici possano essere rese lucide attraverso la levigatura.

 

Caratteristiche geologiche e chimiche

Il marmo si forma attraverso un processo metamorfico da rocce sedimentarie, quali il calcare o la Dolomia, che provoca una completa ricristallizzazione del carbonato di calcio di cui sono in prevalenza composte e danno luogo ad un mosaico di cristalli di calcite o di dolomite (minerale). L' azione combinata della temperatura e la pressione, durante la trasformazione della roccia sedimentaria in marmo, porta alla progressiva obliterazione delle strutture e tessiture originariamente presenti nella roccia, con la conseguente distruzione di qualsiasi fossile, stratificazione o altra struttura sedimentaria presenti nella roccia originaria.

Il colore del marmo dipende dalla presenza di impurit minerali (argilla, limo, sabbia, ossidi di ferro, noduli di selce), esistenti in granuli o in strati all'interno della roccia sedimentaria originaria. Nel corso del processo metamorfico tali impurit vengono spostate e ricristallizzate a causa della pressione e del calore. I marmi bianchi sono esito della metamorfizzazione di rocce calcaree prive di impurit .

 

Il marmo nella storia

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Il basso indice di rifrazione della calcite, che permette alla luce di "penetrare" nella superficie della pietra prima di essere riflessa, d a questo materiale (e soprattutto ai marmi bianchi) una speciale luminosit , che lo ha reso particolarmente apprezzato per la scultura. Si ricordi, a titolo di esempio, che l'artista e scultore Michelangelo Buonarroti prediligeva il marmo bianco di Carrara per le sue opere.

Il vocabolo deriva dal greco marmaros, con il significato di "pietra splendente".

 

Uso industriale del marmo

I marmi non colorati sono una fonte di carbonato di calcio puro, che viene utilizzata in un'ampia variet di industrie. La polvere di marmo un componente di coloranti e vernici, di dentifrici e di materie plastiche. Viene utilizzata anche nell'industria cartaria dove ha soppiantato il caolino.

Tipologie delle cave

La classificazione prevede come parametro le caratteristiche del territorio che ospita la cava, dando vita a due tipologie predominanti, cave di pianura e di monte. Si definiscono cave di pianura quelle in cui tutte le lavorazioni vengono effettuate ad una quota inferiore al livello di campagna. Questa caratteristica implica un problema dovuto alle eventuali acque sotterranee che, infiltrandosi al di sotto della falda freatica, rendono umidi i cantieri; diventano quindi necessarie centrali di pompaggio e sistemi di canali per il loro allontanamento, rimedio decisamente costoso.

Le cave aperte a quote collinari o montagnose si definiscono cave di monte e anche queste comportano un problema, la difficolt del loro raggiungimento infatti richiede la costruzione di strade spesso lunghe e costose a causa del territorio generalmente accidentato. Capita che il costo elevato di tale opera non sia sostenibile da una singola attivit di estrazione, si rende quindi necessario organizzare la cava come un bacino di estrazione dove accederanno pi imprese. In alcune realt dove l economia dovuta all estrazione del marmo molto importante, come ad esempio nella provincia di Massa Carrara, le spese dovute alla costruzione di strade d accesso alle cave vengono finanziate dalla pubblica amministrazione.

 

Le lastre di marmo

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

 

Il marmo, dopo l'estrazione dalle cave per mezzo di seghe ""diamantate"", oppure utilizzando la tecnologia dell'acqua pressurizzata, pu essere lavorato a forma di lastre piane. Queste variano da uno spessore minimo di 1 cm, fino ad uno spessore massimo di circa 30 cm: lastre con spessore inferiore al centimetro risulterebbero eccessivamente fragili, scarsamente resistenti a sforzi di flessione e taglio, mentre spessori superiori consentono alla lastra di marmo di superare le fasi di lavorazione e trasporto evitando fessurazioni o rotture del materiale.

Una lastra con spessore superiore a trenta centimetri prende il nome di "massello".

Le lastre di marmo vengono impiegate come finitura, ad esempio per rivestire pavimentazioni e talvolta pareti.

Trattandosi di un materiale poroso tende ad assorbire sostanze oleose, ecco perch talvolta viene sottoposto a trattamenti protettivi specifici.

Il costo di una lastra di marmo varia a seconda del pregio del marmo, della provenienza e del tipo di lavorazione adottata, oltre che, ovviamente delle dimensioni geometriche.

 

Marmo lastronato

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

 

Per marmo lastronato si intende una lastra di marmo "povero" completamente placcata (rivestita) con lastre (spesse circa 5 millimetri) di uno o pi marmi pregiati. I marmi lastronati venivano utilizzati, ad esempio, come piani per i mobili per alte committenze. Con questa tecnica i marmisti di un tempo ottenevano piani in marmo pregiatissimi risparmiando notevolmente sull'impiego di marmi notoriamente costosissimi.

 

Il Marmo di Carrara

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

 

Una volta riquadrati, i blocchi dovevano scendere a valle fra colate di detriti marmorei chiamati "ravaneti". Storicamente la discesa dei blocchi lungo i ripidi pendi rocciosi delle cave ha rappresentato un'impresa non priva di rischi e di problemi tecnici, ed stata portata avanti con metodi via via pi evoluti mano a mano che le condizioni economiche e sociali della regione si evolvevano. Il primo rudimentale metodo di trasporto si chiamava "abbrivio" e consisteva nel fare rotolare il masso gi dalle pendici, senza alcun controllo, fino a farlo fermare su un letto di detriti pi fini. Il procedimento, ampiamente praticato nei tempi antichi, era tanto pericoloso che fu vietato per legge quando si afferm il metodo della "lizzatura" .

La lizzatura un metodo tradizionale di trasporto del marmo su slitta, ancora praticato nei primi decenni del XX secolo. Fondamentalmente il blocco di marmo veniva saldamente fissato ad una slitta di legno trattenuta a monte da un sistema di funi scorrevoli. La slitta veniva gradualmente abbassata lungo il pendio da una squadra di uomini che allentava le funi e controllava il percorso della slitta. Alla lizzatura partecipavano dodici uomini: era un lavoro di squadra molto rischioso. Davanti alla slitta si poneva il capo lizza, in genere l'operaio pi esperto della squadra, con il delicato compito di controllare che la discesa procedesse per il meglio. Il capo lizza disponeva i "parati" sul terreno davanti alla lizza, e dava il segnale ai mollatori di allentare o stringere i cavi al momento giusto. I "parati" erano robuste assi di legno di ciliegio, insaponate dal pi giovane della compagnia, che erano aggiunte anteriormente al carico mano mano che questo procedeva nella discesa, consentendogli di scivolare senza incontrare ostacoli. Un'altra figura molto importante nella "lizza" era il "mollatore", chiamato anche "l uomo del piro", che aveva il compito di allentare lentamente le corde che trattenevano verso l'alto il blocco, in modo che il carico scendesse lentamente e senza prendere velocit . La lizzatura era una delle fasi pi rischiose dell intero ciclo produttivo: se il carico si liberava dalle corde, e prendeva velocit , era frequente che travolgesse uno o pi uomini della squadra, con gravi conseguenze. Il lavoro della lizzatura finiva nel momento in cui il carico arrivava al "poggio", che era il luogo dove i blocchi di marmo venivano liberati dalle corde e caricati sui carri trainati dai buoi che avevano il compito di trasportare il marmo ai laboratori, alle segherie o al vicino Porto di Marina di Carrara.

A partire dagli ultimi decenni del XIX secolo si afferm il trasporto del marmo su rotaia, grazie alla costruzione di un apposito tracciato ferroviario poco dopo l'Unit d'Italia. La Ferrovia Marmifera fu adibita per quasi un secolo al trasporto del marmo in concorrenza con la tradizionale lizzatura, i convogli di carri trainati da buoi e i primi tentativi di trasporto su strada con trattrici e su gomma. Costruita fra il 1876 e il 1890 la ferrovia collegava i principali centri di stoccaggio dei blocchi dei tre bacini marmiferi carraresi - Torano, Miseglia e Colonnata - con le segherie in pianura, il porto di Marina di Carrara e la rete ferroviaria nazionale. La costruzione del tracciato rappresent una impresa ingegneristica considerevole dati i mezzi dell epoca: si dovevano superare 450m di dislivello per una lunghezza totale di 22km con una pendenza massima del 6 per cento, attraversando un gran numero di ponti e ferrovie.

La "marmifera" oper a lungo in sostituzione della rete stradale, ma la costruzione di sempre pi numerose strade di arroccamento e la conseguente concorrenza con i moderni mezzi di trasporto su gomma la rese antieconomica. Dopo un breve travaglio la ferrovia cess la sua attivit nel 1964 e il suo tracciato venne in gran parte smantellato. Alcuni tratti vennero trasformati in strade.

Il trasporto dei marmi su strada inizi ad affermarsi approssimativamente a partire dal 1920, con l'ampliamento e l'ammodernamento delle strade dirette verso i bacini di estrazione. I primi mezzi di traporto meccanizzati furono "trattrici" a combustione interna, tradizionalmente chiamati "ciabattone". A partire dal dopoguerra il trasporto su gomma divenne predominate, soprattutto con l'introduzione dei "DEUZ", camion di fabbricazione tedesca. Attualmente tutto il marmo escavato dalle cave viene trasportato su gomma fino al porto di Marina di Carrara o smistato ad altre destinazioni.

 

 

 

 

 

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